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Si può essere felici a comando, su ricette a noi estranee, preconfezionate e imposte da altri? Si concilia la felicità con la sottomissione servile a dogmi indiscutibili e ad autorità assolute mondane o divine? C'è un modello di felicità valido universalmente, in ogni tempo e in ogni dove? Qual è il tipo di filosofia più idoneo alla ricerca della felicità? Questo libro sostiene che non si possa dare né una definizione astratta ed esaustiva né un modello univoco di felicità valido per tutti, tantomeno se imposto dall'alto e dall'esterno, ma che al contrario, come l'esperienza insegna, ciascuno possa essere felice solo «a modo proprio», conformemente ai suoi sentimenti, gusti, opinioni e progetti di vita. A patto che siano garantite le tre condizioni esistenziali a cui nessun essere umano può rinunciare senza degradarsi a cosa od oggetto: la libertà, la dignità e la diversità individuale.